Bentornati collezionisti, amanti del fumetto o nerd
inconsapevoli. Nel caso apparteniate all’ultima categoria sappiatelo, siete NERD. Ora prendete la via
dell’uscita, scendete in strada, toccate le belle ragazze e appropriatevi delle
cose degli altri. È d’uopo!
Oggi parliamo di due misteri che forse vi risulteranno
totalmente scollegati ma che in realtà sono due facce della stessa medaglia.
Il primo mistero:
grazie ad uno zio che potremmo tranquillamente definire un Maestro del Cinema,
un certo Francis Ford Coppola, e una zia di nome Talia Shire ma nota in tutto
il mondo col nome di “Adrianaaaaaaa”, un giovane italo-americano di belle
speranze e mediocre attore appassionato di fumetti di supereroi dal nome Nicolas
Kim Coppola, riesce a farsi strada a Hollywood e a costruirsi una carriera che
qualcuno definirebbe invidiabile.
Reinventatosi un nome mutuandolo in parte da
uno dei suoi personaggi dei fumetti preferiti, Luke Cage the Hero 4 Hire,
assume il nome di Nicholas Cage. Una serie di fortunosi eventi, e una parentela
degna nota, lo mettono sulla stessa strada di alcuni grandi registi come David
Lynch, Joel e Ethan Coen e altri e lo porteranno, non senza qualche
interpretazione degna di nota, a conquistare l’Oscar per l’interpretazione di
un ubriacone suicida in Via da Las Vegas. Per il resto parecchie interpretazioni
di dubbia qualità riescono comunque a garantirgli una stabilità economica che
gli consente di coltivare la sua vecchia passione per i supereroi e a costruire
una incredibile collezione di fumetti che comprende le prime apparizioni di
quasi tutti gli eroi più famosi d’America. A questo punto entra in scena il
protagonista del secondo mistero: Action Comics #1
Da molti considerato il Santo Graal del fumetto americano,
questo albo spillato di poche pagine contiene la prima apparizione di Superman
ed è quindi unanimemente riconosciuto come l’inizio del genere supereroistico. Una
delle migliori copie in circolazione fa parte proprio della collezione Cage che
lo custodisce in un caveau insieme a centinaia di altri fumetti, tutti dal
valore indiscutibile.
Una mattina di febbraio del 2000 il dipartimento di
polizia di Los Angeles riceve una telefonata dalla villa di Cage; c’è stato un
furto e il proprietario di casa sta dando di matto. I detective vengono accolti
dalla servitù e introdotti in un salone che agli scafati poliziotti
californiani sembra più la sala giochi di un ragazzino, ovunque vi sono
giocattoli d’epoca, vecchi flipper, memorabilia varie e perfino i resti di un
dinosauro e una splendida Jaguar D-Type del ’54, un bolide d’annata che i detective
sospettano sia riuscita ad entrare nel salone solo smontandola, il che ne
abbasserebbe il valore, oppure l’intero salone gli è stato costruito intorno.
Da una stanza che affaccia sul salotto le urla di Nicholas Cage, al telefono
coi suoi avvocati, arrivano prepotenti. Gli investigatori vengono così
introdotti alla scena del crimine, in una stanza debolmente illuminata,
addobbata come un museo; tutto intorno a loro delle vetrine antiproiettili
custodiscono alcuni dei fumetti più famosi di sempre, sia Marvel che DC. Tra le
teche ve ne sono tre aperte e svuotate del contenuto, dopo un’attenta analisi
gli albi scomparsi risultano essere tre: Action Comics #1, Detective Comics #1
e Detective Comics #27, quello con la prima apparizione di Batman.
Dopo aver interrogato il personale e lo stesso Cage, i
poliziotti di L.A. deducono che la collezione Cage, aldilà dell’enorme valore
economico, non è tenuta poi con tante attenzioni; sì la stanza è blindata e le
teche sono antiproiettili, gli albi sono tutti imbustati o sotto vuoto ma la
porta di questa stanza è sempre aperta e lo stesso Cage si diverte, come ogni
collezionista vanitoso, a spostare gli albi esposti in continuazione facendoli
ruotare nelle teche a seconda dell’umore del momento. Inoltre la casa è sempre
frequentata da persone, siamo infatti nel periodo di maggior successo di Cage
che da continue feste per centinaia di ospiti, ben prima che il suo nome su un
manifesto cinematografico diventasse garanzia di gran cagata come oggi.
Ovviamente la casa è stata frequentata anche da decine e
decine di camerieri, cuochi e addetti vari alla gestione di una serie di feste
hollywoodiane, insomma può essere stato chiunque ma quello che colpisce
soprattutto i detective è lo stato d’animo di Nicholas Cage in merito alla
vicenda, un uomo devastato. L’attaccamento di Cage per il fumetto appare agli
investigatori quasi morboso, urla, piange e se la prende con tutti. In quel
periodo il suo nome è tra i papabili per interpretare l’Uomo d’Acciaio al
cinema diretto da Tim Burton, proprio lui che interpreta il suo personaggio
preferito, proprio lui che ha addirittura chiamato suo figlio Kal El Cage, anzi
Kal El Coppola. Ma il fumetto è perduto, il sistema moderno di gradazione dei
comics ancora non esisteva e la lista dei sospetti è infinita e comprende
centinaia di persone, stelle di Hollywood comprese. Cage si rassegna
all’evidenza e si fa liquidare dall’assicurazione ma con una clausola, che se
il fumetto dovesse essere ritrovato se vorrà potrà ricomprarlo alla stessa
cifra con cui è stato liquidato, ovvero poco meno di un milione di dollari. La
clausola è stata suggerita all’attore proprio dalla polizia di Los Angeles
poiché secondo la loro esperienza chi ruba un oggetto di enorme valore come
quello prima o poi deciderà di venderlo e verrà fuori, potrebbero volerci anche
trent’anni e a quel punto se l’albo fosse in buone condizioni l’attore potrebbe
rientrarne in possesso con il prezzo bloccato al momento della liquidazione da
parte della compagnia assicurativa.
Alla fine ci vorrà molto meno di trent’anni, solo undici.
Tutti i grandi venditori e case d’asta del settore sono state allertate e una
mattina di primavera del 2011 una casa d’aste di Los Angeles riceve la
richiesta di mettere in vendita una copia di Action Comics #1 gradata 9,
praticamente la migliore del mondo, con una base d’asta di un milione. Il
venditore è un certo Silvestre Lozano, un tizio che si guadagna da vivere
comprando alle aste giudiziarie quei depositi pieni di cianfrusaglie sperando
nel colpo di fortuna, una usanza tipicamente americana che ha poi generato
alcuni di quei programmi televisivi basati sul niente.
L’ultimo Action Comics #1 venduto era quello di un tizio
che lo aveva trovato facendo dei lavori alla sua nuova casa in Minnesota nell’intercapedine
di un muro, avvolto in un giornale. Il tizio, un messicano di nome David
Gonzales, litigando con la moglie sulla cifra da richiedere in caso di vendita
ruppe la quarta di copertina e due pagine interne, compromettendo l’albo e
svalutandolo fino a “soli” 200.000 dollari, una valutazione per l’albo integro
lo avrebbe valutato 8.5 quindi sopra il milione di dollari.
Appena la casa d’aste ebbe ricevuto l’albo contattò la
polizia di L.A. che si presentò al momento della transazione sequestrando
l’albo in quanto oggetto rubato e arrestando Lozano che faticherà non poco a provare
di essere solo una vittima a sua volta, uno che pensava di aver svoltato per la
vita.
L’albo torna così alla compagnia di assicurazione che
contatta come da contratto Nicholas Cage, le fortune dell’attore sono in
ribasso quasi che il furto del suo Action Comics l’avesse privato del
superpotere di sembrare un attore vero. Il premio Oscar è ormai un ricordo
lontano ed il suo nome si è legato sempre più a action movie dalla scarsa
qualità, il film di Superman di Tim Burton non andrà mai oltre la pre-produzione
e le altre apparizioni nei cine-comics di tendenza sono di discutibilissima
qualità, tipo Ghost Rider per intenderci. Cage ricompra l’albo per la stessa
cifra con cui era stato liquidato ma ha da anni venduto la sua collezione di
fumetti, forse disamorato dalla sparizione del suo Santo Graal fumettistico.
Pochi mesi dopo il ritrovamento lo metterà all’asta a sua volta, ricavandoci
2.161.000 dollari, la cifra più alta mai pagata per un fumetto.
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