giovedì 27 maggio 2010

o'prevs giugno 2010

Sempre più spesso le notizie economiche ci parlano di mercati in discesa, rischio Grecia e svalutazione dell’euro. Troppo vero. Bisogna stringere la cinghia e sperare che l’economia si rimetta in moto. Intanto, per pararsi il cu… ehm, il deretano, anche in America i principali editori tentano di tirare avanti con nuovi progetti e, per alcuni, nuove licenze da sfruttare.

Può sembrare paradossale che in un mercato in cui il film di IRON MAN incassa 250 milioni di dollari e quello di BATMAN si insedia tra i primi posti dei maggiori incassi di tutti i tempi, i rispettivi editori si vedano costretti a passare ai 3.99 dollari per quasi tutti gli albi principali. Mentre ci troviamo in un periodo in cui anche il meno dotato dei fumettisti può fare un peto e vederlo trasformato in un blockbuster milionario, il fumetto arranca paurosamente. Intendiamoci, il fumetto inteso come mercato e non come forma d’arte, da questo punto di vista mi sembra più vitale che mai.

Quello che intendo io è una cosa più bassa, parlo di quei grandi gruppi editoriali che hanno fatto del fumetto il loro pane quotidiano e che oggi si litigano gli scaffali con albi che aumentano le pagine di pubblicità e, soprattutto, lievitano nei prezzi di copertina. I numeri parabolici degli anni novanta sono spariti, le tirature a sei zeri pure. Adesso il comics-fan di Taiwan non dovrà più aspettare due o più settimane l’arrivo dell’albo dei suoi amici con le mutande sopra i calzoni, ora gli basterà cercarlo in rete, anche a poche ore dall’uscita americana e addio incassi milionari.

Ora quello che gli resta da fare è sfruttare al massimo i propri brand, ovvero il proprio parco personaggi, molti dei quali altamente riconoscibili, ed invadere gli scaffali con decine e decine di albi, meglio se a prezzo sovrastimato. Con l’aggravante che troppo spesso questo sfruttamento talvolta selvaggio finisce per far finire sul mercato prodotti che definirei di dubbia qualità se non di dubbia moralità. Forse c’è qualcosa che non va nel meccanismo; nel essere un tassello di colossi più grandi e ramificati ma più esposti alle fluttuazioni dei mercati. Se i bilanci non quadrano è perché alla stretta finale, sul netto dei guadagni di un blockbuster come quelli citati poco fa la royalty per la casa editrice viene diluita nell’infinita ramificazione delle corporation americane.

Parallelamente, i cosiddetti piccoli editori, sembrano più vitali che mai, come delle formichine stanno centellinando le briciole cadute dal tavolo tra le grandi e Hollywood. Sono moltissimi ormai i progetti cinematografici legati ai fumetti e quasi tutti sono riusciti a piazzare qualcosa e secondo me non è nemmeno una cosa negativa. Troppo spesso le piccole realtà fumettistiche ci hanno riservato dei piccoli gioielli che possono trovare nuova vita tra le mani di abili cineasti. Anche se non possiamo negare che la versatilità dei due medium può generare dei mostri come l’orribile trailer del lungometraggio dedicato a Sampei il pescatore.

Nell’infinita corsa allo scaffale delle fumetterie alcuni editori, penso soprattutto alla Dynamite e alla IDW, stanno attuando una tattica molto abile. Se la continua frequentazione tra cinema e fumetto, così ben praticata dalle due big Marvel e DC, può generare un pubblico inedito per i comics shop allora meglio investire in licenze cinematografiche, televisive o videoludiche più riconoscibili all’occhio di questo nuovo tipo di fruitore che ne potrebbe essere attratto. Riuscendo tra l’altro a reinvestire parte dei proventi nell’acquisizione dei diritti di vecchi e semidimenticati personaggi e dei loro universi da poter poi riproporre all’occhio vigile di Hollywood nel tentativo di creare un circolo virtuoso che si auto-alimenti e crei spazio anche per la nascita di progetti autoprodotti. Senza dimenticare, ovviamente, che anche sul mercato d’oltreoceano incombe il pericolo che vien dal Sol Levante e gli editori storici del settore, soprattutto Viz e Tokyopop, erodono pezzi di esposizione ai suddetti nerboruti mutandati e si avvicinnano affamati al banchetto dei grandi.


DC

Dopo l’ottimo lavoro svolto da Geoff Johns e Peter Tomasi su Green Lantern Corps,dove lo hanno reso un personaggio a tutto tondo, GUY GARDNER ritorna in una propria serie intitolata EMERALD WARRIORS, ai testi sempre Tomasi mentre ai disegni troveremo Fernando Pasarin.

Debutta la linea Earth One con la prima graphic novel dedicata ovviamente a Superman. Ai testi di troveremo J.M.Strakzinski mentre ai disegni l’ottimo Shane Davis. Le prime tavole sembrano veramente promettenti.

Tornano gli Elseworld, ultimamente un po’ abbandonati dalla DC, con la mini THE LAST FAMILY OF KRYPTON di Cary Bates e Renato Harlem che esplorerà la possibilità che la famiglia di Jor-El sia riuscita a salvarsi fuggendo con un razzo sulla Terra.

Sul fronte Vertigo l’esperimento Stephen King su American Vampire ha pagato quindi nuovo spazio a scrittori provenienti dalla narrativa fantastica americana. Il primo è un vecchio compagno di avventure di King, Peter Straub che porta nel mondo del fumetto una delle sue più riuscite creazioni, il serial killer Fielding “Fee” Bandolier nella graphic novel GREEN WOMAN. Ai disegni il mitico John Bolton.

Torna in casa Vertigo anche la scozzese Denise Mina, autrice di una piacevole run su Hellblazer alcuni mesi fa. Il volume si intitola A SICKNESS IN THE FAMILY e vede ai disegni Antonio Fuso.


MARVEL

Debutta la terza serie dei nuovi Ultimates, ai testi sempre Millar mentre ai disegni ritroviamo Steve Dillon, non sempre a suo agio con i supereroi ma sempre efficace. A lui il compito di introdurre la versione Ultimate di Blade il cacciatore di vampiri.

Recentemente inserito nel mutant-verse, debutta con una nuova serie NAMOR il Submariner. Ai testi Stuart Moore e ai disegni Ariel Olivetti, cover di Jae Lee che debuttò alla Marvel proprio sulla vecchia testata dedicata al re dei rompi… dei sette mari. Intanto proprio sul mutant-verse si abbatte CURSE of the Mutants, una piaga di vampiri, e quale occasione migliore per reintrodurre Blade anche nell’universo ufficiale della Casa delle Idee?

Debutta anche il remake di Infinity Gauntlet, aggiornato ai gusti del pubblico d’oggi. Se ne occuperanno

Churilla e Clavenger, non proprio Starlin e Perez, insomma.

Occhio all’order form, cari Marvel Fan. Dove scopriamo che è annunciata la nuova serie di Kick Ass di Millar e Romita Jr. dal titolo BALLS TO THE WALL, sul Previews non la troverete, se la sono dimenticata, quindi tenetelo a mente.


INDY

Drawn & Quarterly manda alle stampe il ventesimo numero di PALOOKAVILLE di Seth che da albo si trasforma in volume hard cover per meglio valorizzare le ottime qualità di disegnatore, grafico e giornalista del suo creatore. Imperdibile.

La Dynamite lancia la sua nuova licenza, PHANTOM, ovviamente saranno le cover di Alex Ross ad impreziosire il ritorno dell’Uomo Mascherato.

Alla IDW debutta la nuova serie del fumetto dedicato a Dungeons & Dragons, ai disegni Andrea Di Vito. Torna ai comics anche Harlan Ellison il mitico scrittore Sci-Fi con la mini PHOENIX WITHOUT ASHES.

Dark Horse aggiunge nuovi tasselli all’universo di Hellboy con la nuova mini dedicata al B.P.R.D. una serie che continua ad essere sempre più accattivante tanto da rivaleggiare in qualità con le mini di Hellboy. Solito collaudatissimo team Mignola e Arcudi ai testi ed un ottimo Guy Davis ai disegni.

Anche Brian Talbot, il guru del fumetto britannico, decide di aggiungere un nuovo capitolo al suo GRANDVILLE, il thriller steampunk con animali antropomorfi già visto in Italia grazie al sagace Daniele Brolli e alla sua Comma22.

Nella sezione libri vi segnalo JERRY ROBINSON AMBASSADOR OF COMICS dedicato alla carriera del decano del fumetto americano e creatore del villain per eccellenza, il JOKER.

In fine non posso non segnalare quale genialata del mese la decisione presa da William A. Christensen, fondatore dell’AVATAR Press, di fare causa a James Cameron per il suo AVATAR. Dopo alcuni mesi Billy si è ricordato che nel 1996 la sua casa editrice debuttò, in pieno boom delle bad-girls, con la serie PANDORA. Poco importa che la serie trattasse di magia e demoni nella New York di oggi. Non vorrei essere nei panni del giudice che dovrà dirimere la questione, ricordo distintamente alcuni numeri di quella serie Avatar e di aver acceso un cero in onore di quei metri di foresta tagliati per permetterne la pubblicazione ma ricordo

anche il vuoto nascosto dietro ai mirabolanti effetti speciali del creatore di Terminator. Vedremo.

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