martedì 27 dicembre 2011

FINGERS IN THE NIGHT!

(estratto da MEGA 175 - edizioni ALASTOR)
Bentornati comics fan! Sì lo so, adesso vi starete chiedendo che fine ha fatto la seconda parte dell’articolo su Frank Miller iniziato il mese scorso e spezzato in due parti per motivi di spazio; beh, purtroppo una velina del Min.Cul.Pop recapitata a mezzo Max Ciotola, noto fiancheggiatore del regime, ci costringe a soprassedere sui recenti trascorsi del creatore di Sin City, starà a voi valutare la qualità delle sue ultime produzioni quando saranno pubblicate in Italia. Se poi ci tenete a sapere l’opinione del sottoscritto allora vi basta googlare “welcome to geeksville” e la troverete sul blog dove raccolgo gli articoli usciti in questi mesi e non solo. Ma non disperate mie cari formaggini amanti del fumetto ammerigano , infondo non tutto il male viene per nuocere, mi ero dimenticato che siamo già in gennaio ed è tempo di “Finger Awards”.
Perciò rullino i tamburi e andiamo ad incominciare.
Per chi non lo ricordasse o non era qui l’altr’anno oppure era un supereroe deceduto in attesa di resurrezione, i Finger Awards, sono un premio fumettistico che prende il nome da Bill Finger, co-creatore di Batman con Bob Kane e da quest’ultimo relegato in un ruolo di secondo piano pur essendo il vero creatore dell’universo dell’Uomo Pipistrello, i suoi veri meriti gli furono riconosciuti soltanto molti anni dopo. È quindi a questo misconosciuto eroe che sono dedicati i Bill Finger Awards o, se preferite, “The Finger”, come viene amichevolmente chiamato dagli addetti al settore “rimozione sterco mentale”.

Miglior Fumetto Seriale (consegna il premio: Kit Carson)
SCALPED – Anche quest’anno i tizi con le mutande sopra i pantaloni se le sono date a destra e a manca talvolta, come loro solito, senza motivo, ma fortunatamente c’è sempre la Vertigo!
Quando nel marzo del 2007 iniziò questa serie ambientata tra la comunità di diseredati di una riserva indiana ai giorni nostri, i suoi due autori erano semisconosciuti; il disegnatore R.M.Guéra, di origine serba, usciva praticamente dalle produzioni locali dell’ex Yugoslavia e lo scrittore Jason Aaron era un emergente che aveva vinto un contest per talenti della Marvel per la quale scrisse una storia breve su Wolverine e, soprattutto, una mini Vertigo dal titolo The OtherSide ambientata durante la guerra del Vietnam che gli era valsa una nomination agli Eisner Awards. Insomma, all’editor Will Dennis non deve essere sembrato vero, aveva trovato un nuovo autore che scrive come il bastardo di un rapporto incestuoso tra Garth Ennis e Brian Azzarello.
Ora, dopo cinque anni la serie si avvia alla conclusione e calerà il sipario sul protagonista, Dashiel Bad Horse, agente del FBI di origine indiana infiltrato di forza tra la criminalità della riserva indiana dalla quale era scappato anni prima, e calerà su Lincoln Red Crow, il suo antagonista, padrone di tutto ciò che di onesto e disonesto accade nella riserva, un personaggio epico, perfettamente tratteggiato da Aaron che entra di diritto nel pantheon dei migliori personaggi Vertigo di tutti i tempi. Ma la verità è che in questo fumetto funziona tutto, ogni personaggio è perfettamente descritto, la trama è avvincente col suo ritmo serrato senza essere mai banale e i disegni di Guéra si sposano in maniera eccellente con le sceneggiature di Aaron tanto da potersela giocare col duo Azzarello-Eduardo Risso di 100 Bullets. Insomma, perfetta!

Miglior Graphic Novel (consegna il premio: Totò Sceicco)
HABIBI – Craig Thompson oggi ha 36 anni, all’età di 28 anni, nel 2003 con Blankets ha vinto praticamente tutti i premi che poteva vincere, e ha una produzione fumettistica talmente rarefatta nel tempo che l’unico termine di paragone che mi viene in mente è Terrence Malick.
Le sue apparizioni sono sporadiche ma quando pubblica un fumetto puoi stare certo che nel momento in cui lo chiudi riesci a capire quante e quali possono essere le strade che il medium fumetto può percorrere. Anche stavolta con HABIBI è riuscito a dimostrarlo.
Se in Blankets l’autore raccontava in forma autobiografica della sua adolescenza e del suo rapporto con la religione cristiana attraverso la propria maturazione da adolescente a uomo, in Habibi l’occhio dell’autore si sposta sull’Islam e sulla cultura araba senza dimenticare le comuni origini che legano le due principali religioni monoteiste del mondo.
Un fumetto perfetto, splendidamente illustrato nel tratto bianco e nero di Thompson. Habibi è tante cose, è una favola ma anche un viaggio alla scoperta di in una cultura antica, profonda e dal sapore magico; è una storia d’amore ma anche la ricerca profonda e senza pregiudizi su una cultura diversa e a tratti distante ma che nel 21° secolo inizia proprio fuori al portone di casa vostra, che lo vogliate o no.

Miglior Affare dell’Anno (consegna il premio: Auric Goldfinger)
DC Comics: The New 52 – Ma lo sapete che quasi non ci credevo che la sfangaste! Alla fine la mossa più azzardata della storia recente del fumetto americano sta pagando. Mi riferisco ovviamene al reboot totale del DC Universe nel suo miglior momento degli ultimi vent’anni. ZAK! una bella sforbiciata e si ricomincia da capo. E invece questi che ti fanno? Zak sì, ma con moderazione, quello che funzionava (Lanterne, la situazione Demian su Batman, alcuni pezzetti salienti del recente passato) ce lo teniamo, il resto via nel cassetto, in attesa di tempi migliori.
Ma la cosa che più mi ha colpito è stata che non si è persa l’occasione di rilanciare in maniera intelligente alcuni personaggi minori, che con un nuovo inizio risultano essere anche più accattivanti delle loro controparti pre-Flashpoint; perfino Rob Leifeld sembra essere… no, vabbè, adesso non esageriamo!
Insomma, per il momento alla DC si godono la vetta, hanno dimostrato che si possono vendere 500.000 copie di Justice League senza infilarci dentro il presidente Obama, l’esperimento sta funzionando, ci sta pure piacendo ma speriamo con ardore che non finisca di nuovo tutto a tarallucci e vino con la mini “La Crisi Intestinale dell’Antimonitor terrorizza il Multiverso”.

Ma come al solito i Finger Awards servono, oltre che per lodare i primi della classe, anche a incoraggiare con critiche costruttive gli ultimi e, più spesso, gli Infimi.

Semi-Peggior Gestione del Parco Personaggi (consegna il premio: Francis il mulo parlante)
MARVEL USA – un piccolo passo avanti rispetto all’anno scorso. Devo ammettere che ci state provando, bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, qualcosa si è visto, ho trovato il Punisher di Jason Aaron e Steve Dillon davvero notevole e i Fantastici 4 non erano così gradevoli da anni, benché il “colpo di scena” del numero 600 fosse telefonatissimo. Certo Fear Itself è stata la solita cagata pazzesca e poi non è detto che se uno si chiama Mark Millar dovete per forza dire sì a qualsiasi minkiata vi proponga. Come si dice dalle mie parti: e jàmm jà!!!

Bizzarro Finger dell’Universo Mirror Mirror (consegna il premio: il signor Spock ma-quello-incazzoso-col-pizzetto)
Mike Mignola – Dopo l’attacco alle Torri Sorelle del 2001, Mike Mignola chiese alla Marvel di poter usare Moon Knight per una storia che potremmo definire di propaganda, nella quale l’eroe affrontava dei terroristi islamici. Dopo vari anni e tre film di Hellboy alle spalle, nell’anniversario dell’attentato è uscito il fumetto “Blessed Horror”. Nel frattempo la mini si è persa il protagonista in quanto la Marvel ha deciso di non far usare all’autore il Cavaliere Lunare in una storia troppo politica, pertanto Mike ha dovuto ripiegare su un suo personaggio, Lobster Johnson. Purtroppo l’esperimento non ha funzionato e la storia risente di ampi buchi nella sceneggiatura, banalità, stereotipi triti e ritriti, insomma una vera schifezza. Proprio non vorrei essere nei panni dell’editore italiano di Mignola che dovrà pubblicare quest’albo per il quale torna nuovamente utile lo slogan “dieci piani di morbidezza”.

Finger preventivo a fumetto di prossima pubblicazione
DC Comics: Watchmen Prequels – allora, che è adesso sta str….ta? Ma lo volete capire che certe cose sono fatte per essere lasciate come sono? Potete metterci chi volete su queste serie, perfino, e so che sarebbe impossibile, lo stesso Alan Moore ma rischiate solo di fare la fine di George Lucas, che ci ha messo tre film per dimostrare che Darth Veder, prima di essere Darth Veder, era un’emerita testa di cazzo!!!!!

E siamo alle conclusioni; nel corso del 2011 ci hanno lasciato: Jerry Robinson, Gene Colan, Joe Simon, Dwayne McDuffy, Carlos Trillo, Sergio Bonelli, Francisco Solano López.
Gentile Signora con la falce, per il prossimo anno sarebbe così gentile da mirare un po’ più in basso? Diciamo ad altezza “cane”; ne troverà di più, e più meritevoli, che hanno acquisito il diritto di separarsi da questo piano dell’esistenza.
Sta attento a te, Rob!
Vi saluto ricordandovi che anche per stampare i nostri fumetti vengono tagliati degli alberi, talvolta alberi cinesi, ma sempre alberi. Perciò scegliete con giudizio!
Buon 2012!!!

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