lunedì 26 settembre 2011

Sergio Bonelli 1932 - 2011


La notizia di oggi è la morte di Sergio Bonelli, forse l’unico vero “tycoon” dell’editoria a fumetti italiana.
Le pubblicazioni della sua casa editrice hanno cresciuto generazioni di lettori e sfamato altrettante generazioni di sceneggiatori e disegnatori nostrani. Benché non fossi sempre d’accordo con le sue scelte editoriali del recente passato, che forse hanno talvolta impedito al fumetto italiano di elevarsi alla stessa dignità di quello franco-belga, devo dargli atto di essere stato sinonimo della parola Fumetto per decine di anni mandando alle stampe, sia come editore che talvolta come scrittore, alcune tra le principali icone del fumetto italiano. Perciò, nonostante una certa monolitica costanza a non voler osare un prodotto che fosse più artisticamente alto ma in definitiva più elitario, lo ringrazio per aver ostinatamente cercato di realizzare un prodotto che fosse “nazionalpopolare”, che fosse fruibile da tutti, che andasse bene per gli intellettuali e i camionisti, che stesse bene in libreria e dal barbiere, in biblioteca e nell’armadietto delle caserme.
Forse oggi si chiude un capitolo dell’editoria a fumetti italiana, solo il futuro ci dirà in che direzione veleggerà la Sergio Bonelli Editore senza più il suo capitano al timone resta solo da aspettare e nel frattempo, Sergio, salutarti e ringraziarti.
Grazie per averci cresciuto a “pane e fumetti”. Grazie per Tex, Kit e la bistecca alta due dita con una montagna di patatine. Grazie per Mister No e la sua/tua Amazzonia. Grazie per il BVZM. Grazie per Dylan e per tutti i loro fratelli. Grazie per “tizzone d’inferno, giuda ballerino, gran matusalemme, peste, vecchio cammello, diavoli dell’inferno, caramba y carambita” ecc.ecc.. Grazie per aver alimentato il nostro immaginario e per averci trasmesso il morbo del Fumetto che ancora oggi ci pervade e ci tiene incollati a tutto ciò che ha dei disegni e delle nuvolette. Grazie anche, in qualche caso, per averci lasciato andar via, verso letture diverse e forse fuori dalle tue corde ma che forse senza le tue pubblicazioni non avremo nemmeno saputo che esistessero.
Buon viaggio, avventuriero.